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Walk on Rights: intervista ad Andrea Rock

Di Francesca Piaggi, Team Walk on Rights

Da poco si è conclusa l’ottava edizione di Walk on Rights, concorso artistico che in questa edizione è stato focalizzato sul tema «Io non odio».

Durante l’evento di premiazione tenutosi il 28 Maggio presso WOW Spazio Fumetto a Milano, è stato premiato un artista per ognuna delle 5 categoria in gara: fumetto/disegno, video, musica, fotografia e prosa/poesia; sono stati inoltre assegnati due premi speciali: il premio Amnesty International, quest’anno dedicato alla memoria di Giovanna Favilla, storica attivista venuta a mancare nel settembre del 2020, vinto quest’anno da Giacomo Visintin con il brano «Madre Terra», che parla di uguaglianza, multietnicità e multiculturalità con un linguaggio semplice e leggero che nel contempo induce a riflettere, ed il premio speciale Walk on Rights Junior, introdotto anche quest’anno visto il contributo eccezionale di artiste ed artisti giovanissimi e vinto da Licia Manzin con il brano «Mille Violini», dove l’artista immagina di riuscire a salvare i tanti bambini che ancora oggi soffrono, celando negli occhi e nel cuore paura, devastazione, fame, solitudine, abbandono.

Al termine di questa avvincente e partecipata giornata ho avuto la possibilità di intervistare Andrea Rock presentatore dell’evento ed attivista di Amnesty International. Qui alcuni passaggi.

Andrea tutto il gruppo di lavoro di WoR ti ringrazia per l’attività di giurato e, ormai da qualche anno, anche di presentatore della premiazione, cosa ti appassiona di questo progetto che, lo ricordiamo, coinvolge artisti non professionisti?

«Ad appassionarmi è il fatto di ritrovare in così tante personalità diverse la voglia e il desiderio di condividere arte con un contenuto importante; nel caso di WoR il territorio è quello dei diritti umani, ma ogni anno, grazie ai diversi temi, riesco sempre a farmi sorprendere dalla validità dei concetti riportati da questi artisti non professionisti, ma terribilmente appassionati.»

Quest’anno il vincitore del premio speciale Amnesty International è stato Giacomo Visintin che ha anche vinto la categoria Musica, da giurato cosa hai apprezzato particolarmente di quest’opera?

«Mi è piaciuto il fatto che fosse scritta in chiave maggiore; molto spesso, quando l’argomento è importante e serio, si tende a scrivere musica in chiave minore, per aumentare il senso di drammaticità del contenuto. In questo caso invece, l’artista ha scelto un linguaggio fresco e un’atmosfera più rilassata. Questo rende il contenuto digeribile anche agli stomaci più intransigenti.»

Abbiamo appena concluso l’ottava edizione di WalkonRights, fra i temi delle edizioni a cui hai partecipato quale hai sentito più vicina alla tua esperienza personale? Ricordi un’opera che ti ha particolarmente emozionato?

«I temi che in questi anni ho prediletto sono stati “Human rights are my pride”, perché permetteva ai partecipanti di esprimere il loro amore nei confronti dei diritti umani e sottolineava la gioia di rappresentarli e parlarne attraverso l’arte. Anche “io non odio” è un tema importante, oggi più che mai, in un Paese che favorisce scontri e divisioni»

Oltre ad essere uno speaker radiofonico sei anche musicista ed autore di brani di denuncia sociale, come personaggio pubblico sei mai stato danneggiato dal esserti esposto a favore dei diritti umani?

«E’ capitato più che altro che ricevessi degli attacchi da alcuni miei followers sui social media quando postavo determinati appelli da firmare. Il tema della «pena di morte» è divisivo per molti degli ascoltatori, ma io su quella questione non ho dubbi, soprattutto perché prima di diventare “ARTivista”, ho seguito i diversi eventi di Amnesty International come pubblico e ho imparato a rispondere ai dubbi dei pochi che mi muovevano critiche per le mie scelte.»

Prima dei saluti vorrei farti un’ultima domanda: ricordiamo “Rosa” il brano che hai pubblicato con gli Andead sulla pacifica protesta di Rosa Park; in base alla tua riflessione, qual è il messaggio ancora attuale di vicende storicamente così rilevanti?

«Il messaggio di Rosa Parks è terribilmente attuale, non solo in ottica BLM, (ndr Black Lives Matter), ma soprattutto perché è stata una protesta pacifica, consapevole e coerente. Il suo “no” ha cambiato la storia dei diritti, ma è stata la formazione che aveva ricevuto attraverso la sua comunità che le ha dato la forza per portare avanti la sua protesta. È necessario quindi condividere esempi così virtuosi, in un contesto come quello odierno dove si teme troppo spesso il giudizio dell’altro, quando si hanno opinioni differenti dalla massa.»

Andrea grazie molto della tua disponibilità.

«Grazie a voi»

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