Luca, grazie della disponibilità a rilasciare un’ intervista, anche in questo giorno di angoscia. Nel tuo lavoro quanto è importante sentire di poterti esprimere liberamente?
Lavoro e collaboro con varie organizzazioni e istituti in diversi ambiti professionali (Arte, Fotografia, Diritti Umani, Università, Media, Film-Animation, Tecnologia Creativa[2]) – ho base a Londra, ma principalmente pratico a livello internazionale. Nel mio lavoro esprimersi liberamente è un elemento chiave, ma credo sia un aspetto importante e fondamentale in qualsiasi settore ci si trovi. La comunicazione, insieme all’ascolto e allo scambio di idee (anche e per lo più diverse), è un ingrediente che arricchisce qualsiasi individuo. si riflette sia sulla crescita sia personale che professionale e amplia gli orizzonti di pensiero.
Hai mai sperimentato una limitazione alla tua libertà di espressione, oppure una vera e propria forma di censura?
Ho vissuto principalmente circondato da valori democratici e in paesi dove la libertà di pensiero è riconosciuta come valore fondamentale. Ci sono stati casi, soprattutto quando ero in viaggio per progetti e foto-documentari un po’ delicati, in cui ho dovuto bloccare alcuni miei pensieri in situazioni di particolare vulnerabilità. La censura non l’ho provata personalmente ma, purtroppo, mi sono stati riportati molti esempi.
In generale, come consideri lo “stato di salute” della libertà di Espressione in Italia?
Più che buono direi. Forse a volte si parla troppo, no? Il rispetto per gli altri non deve essere dimenticato quando si ha la responsabilità che la libertà di espressione ci consegna. Ma questo é un discorso abbastanza ampio che tocca sia la piattaforma politica (che ha ancora più responsabilità) che la vita sociale quotidiana, della gente comune. Il linguaggio esiste per essere ben bilanciato, e i pensieri a volte dovrebbero essere filtrati prima di divenire parole. In Italia, inoltre, credo che i “media” dovrebbero dare un esempio e ripensare alcune loro linee di condotta: in tanti casi hanno trasformato la libertà d’espressione in un puro “Show” mediatico.
Secondo te qual è la relazione tra arte e libertà di espressione? È possibile fare arte in un contesto in cui non è garantita la libertà di espressione?
Arte è libertà d’espressione. È un mezzo per trovare la nostra voce, qualsiasi metodologia scegliamo, rispecchiando i vari elementi che noi siamo. In un contesto di censura e/o di libertà limitate, l’arte (visuale, letteraria, performativa, musicale, etc) viene vista come un’arma pericolosa, per questo è molto difficile fare arte propria dove la libertà d’espressione non è riconosciuta. La storia è piena di esempi e purtroppo ci sono vari esempi attuali in varie parti del nostro globo; forse proprio per questo che dobbiamo creare sempre di più, facendo sentire le nostre voci.
Grazie molte Luca.
[1] Attentato in Burkina Faso e le vittime http://www.internazionale.it/opinione//2016/01/18/burkina-faso-attentato-al-qaeda e https://www.amnesty.org/en/latest/news/2016/01/burkina-faso-devastating-news-of-the-deaths-of-leila-alaoui-and-mahamadi-ouedraogoburkina-faso-devastating-news-of-the-deaths-of-lela-alaou-and-mahamad-ouedraogo/ e http://www.repubblica.it/esteri/2016/01/19/news/burkina_faso_morta_leila_alaoui_ferita_in_attacchi-131601632/
[2] Alcuni lavori di Luca Damiani: https://www.amnesty.org/en/latest/education/2013/08/a-visual-story-of-empowerment-in-burkina-faso/ e http://www.lucadamiani-art.com/
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